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Dalla storia all'economia, dal diritto alla sociologia, ancora oggi Max Weber padroneggia in ciascun ambito un'erudizione straordinaria, che gli consente di dar vita a una produzione fra le più significative e vaste del suo tempo. Molte delle sue opere restano insuperate per l'ampiezza degli interessi e il rigore scientifico, tanto che il confronto con le sue teorie è inevitabile per chiunque si muova all'interno della disciplina sociologica. Acuto analista della modernità, Weber vede in essa gli effetti pervasivi di un ampio processo storico-universale di razionalizzazione, che investe ogni sfera dell'esistenza: da quella economica, con il dispiegamento del sistema capitalistico moderno, a quella giuridica, con l'affermazione di un diritto razionale, a quella politica, con il sorgere dello Stato moderno e l'espansione della burocratizzazione, fino all'elaborazione di un sapere scientifico la cui visione del mondo è svincolata da qualsiasi postulato etico-religioso. Tuttavia, la notorietà di Max Weber è rimasta a lungo legata esclusivamente all'"Etica protestante", ai saggi metodologici, alle due conferenze di Monaco e ad "Economia e società". Queste opere hanno costituito un vero e proprio "canone weberiano". Questo volume intende ripercorrere i passaggi fondamentali che hanno portato alla revisione di questo canone e verificare l'impatto della nuova tendenza interpretativa sulla ricezione del sociologo tedesco in Italia.